Degrado delle foreste, a rischio la lotta al cambiamento climatico

Le foreste sono le nostre migliori alleate nella lotta al cambiamento climatico ma l’azione umana le sta spingendo al degrado. Uno studio pubblicato in Nature Communications ha ora sottolineato che senza un’inversione di rotta nell’ambito raggiungere gli obiettivi chiave della lotta al riscaldamento globale rischia di diventare molto proibitivo o persino impossibile. Rimandare ulteriormente l’azione potrebbe trasformare ogni progresso in un salasso economico e le autorità sono chiamate a intervenire.

Degrado delle foreste: dalle cause alle conseguenze
Il degrado delle foreste è una minaccia per la lotta al cambiamento climatico. Questi ambienti assorbono, infatti, oggi 7.8 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno. Si tratta del 20% delle emissioni generate dall’umanità. La salute dei polmoni verdi del pianeta è però a rischio. Deforestazione, incendi, siccità e invasioni di parassiti alterano gli equilibri interni agli ecosistemi e ne compromettono la capacità di sequestro del carbonio.
In un circolo vizioso persino il cambiamento climatico inficia questa abilità e finisce per autoalimentarsi. Senza tutelare le foreste, dunque, raggiungere gli obiettivi climatici fissati negli accordi di Parigi potrebbe richiedere sforzi più titanici di quelli già necessari. Nella peggiore delle ipotesi perdere i depositi di carbonio rischia persino di trasformare i target in traguardi irraggiungibili.
In che modo il degrado delle foreste influenza il clima?
A concentrarsi su quanto il degrado delle foreste metta in pericolo la lotta al riscaldamento globale ci ha pensato un team del Potsdam Institute for Climate Impact Research. I ricercatori si sono chiesti se e quanto gli obiettivi climatici possano rimanere raggiungibili a fronte di una ridotta capacità dei polmoni verdi di assorbire carbonio.
Sono stati dunque analizzati dei modelli previsionali avanzati sulla base dei quali sono stati valutati sia un approccio lungimirante sia uno più procrastinatore. Ne è emerso che il prezzo della mancanza di azione rischia di rivelarsi altissimo. Ritardare di soli 5 anni la messa in atto di politiche concrete di tutela delle foreste farà presumibilmente raddoppiare i costi della mitigazione climatica.
L’importanza del degrado delle foreste
Il degrado delle foreste rappresenta una problematica importante. I modelli relativi alla mitigazione climatica fanno infatti affidamento sulla capacità dei polmoni verdi di sequestrare carbonio in maniera efficace e si dimostrano per questo motivo troppo ottimistici. Proteggere le foreste significa però impegnarsi in modo concreto nel monitoraggio di tali ecosistemi e promuovere pratiche sostenibili di sfruttamento del suolo, oltre che preservare la biodiversità.
Agire con ritardo vorrebbe invece dire dover fare i conti con una situazione più drammatica di quella odierna e quindi intraprendere una corsa contro il tempo. La riduzione delle emissioni richiesta diventerebbe ancora più ingente e costosa. Fare progressi nel settore energetico potrebbe persino portare a un ulteriore exploit nell’utilizzo del suolo.
Le foreste sono un bene prezioso e dato che il principale responsabile del loro degrado è l’uomo, ai governi sono richieste azioni. Florian Humpenöder e Alexander Popp, autori dello studio, hanno sottolineato che le foreste non sono risorse inesauribili e che evitare di raggiungere il punto di non ritorno significa ben di più che confidare nella loro resilienza. A momento gli esiti della mitigazione climatica sono, secondo gli esperti, affidati a una scommessa e questo non basta.
