Siccità da neve: a rischio le riserve d'acqua mondiali
Gran parte delle riserve d'acqua dolce del pianeta dipendono dalle nevicate invernali che mettono a disposizione riserve d’acqua per i mesi più caldi. I periodi di siccità da neve, caratterizzati da livelli di nevicate stagionali insolitamente bassi, stanno aumentando a livello mondiale. Si prevede che la loro frequenza potrebbe addirittura quadruplicare entro la fine del secolo. Senza strategie di gestione dell'acqua e di adattamento climatico la disponibilità d'acqua in molte regioni del mondo potrebbe essere compromessa, con potenziali impatti su agricoltura, ecosistemi e approvvigionamento idrico.
Cos’è la siccità da neve?
La siccità da neve si verifica quando il manto nevoso stagionale risulta insolitamente scarso. Gli scienziati distinguono due tipologie principali di siccità da neve: quelle «secche», causate da precipitazioni invernali inferiori alla norma, e quelle «calde» provocate da temperature invernali più elevate che portano pioggia anziché neve oppure a uno scioglimento anticipato del manto nevoso esistente. La siccità nevosa riduce la quantità di neve accumulata durante l’inverno e, di conseguenza, la disponibilità di riserve idriche nei periodi più caldi.
Perché è preoccupante la siccità da neve?
La siccità da neve rappresenta una sfida ulteriore rispetto ai problemi di siccità tradizionali perché non si limita alla semplice carenza di precipitazioni, ma comporta un cambiamento radicale della loro forma e tipologia. Con la siccità da neve infatti, anche in presenza di precipitazioni normali, la disponibilità idrica può diminuire drasticamente a causa delle condizioni termiche anomale che modificano il ciclo della neve. Con meno acqua a disposizione, rimangono a rischio agricoltura e approvvigionamento idrico per la popolazione.
Siccità da neve in aumento a livello globale
Secondo un recente studio guidato dall’Istituto di Ecologia e Geografia di Xinjiang in Cina i dati sul clima e le proiezioni future rivelano un preoccupante aumento globale delle siccità da neve. Le proiezioni indicano che entro il 2100, la frequenza delle siccità da neve potrebbe triplicare nello scenario di emissioni di gas serra intermedie. In caso di emissioni elevate, vale a dire senza particolari strategie di controllo e riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera, i fenomeni di siccità da neve potrebbero addirittura quadruplicare rispetto al periodo di riferimento del 1981.
In futuro domineranno le siccità da neve «calde»
Secondo le proiezioni dei ricercatori cinesi, in futuro le principali siccità da nave saranno quelle «calde» ovvero quelle provocate da temperature invernali più elevate. Entro il 2050, circa il 65% di tutti gli episodi di siccità da neve potrebbe essere di tipo «caldo», mentre le siccità da neve «composte» (secche e calde insieme), che risultano essere le più rischiose per ecosistemi e infrastrutture idriche, potrebbero diventare quasi quattro volte più comuni. Le regioni di media e alta latitudine (quindi anche l’Italia) saranno le più colpite, con eventi di siccità nevosa più intensi e frequenti e con conseguenze su agricoltura e approvvigionamento idrico tutt’oggi imprevedibili.
