Insetti invasivi, negli Stati Uniti a rischio 1.4 milioni di alberi

In uno studio di recente pubblicato in Journal of Applied Ecology alcuni scienziati hanno mostrato che negli Stati Uniti le aree verdi urbane sono in pericolo a causa degli insetti invasivi. I dati sul numero di alberi a rischio sono allarmanti e i pericoli sembrano destinati a moltiplicarsi. Capire come intervenire per mitigare i danni è d’obbligo, così come imparare dagli errori altrui.

Lo studio
Gli insetti invasivi sono per gli alberi una minaccia pressante. A sottolinearlo ci ha pensato un recente studio. Un team di scienziati ha presentato la prima analisi sistematica sull’impatto che i piccoli animaletti potrebbero avere sugli spazi verdi urbani negli Stati Uniti. Per farlo i ricercatori hanno preso in considerazione dati raccolti in 30.000 aree alberate cittadine. Hanno poi integrato le informazioni con i modelli di diffusione di 57 specie invasive di insetti. Hanno così valutato quanto ciascuna possa essere deleteria per la sopravvivenza delle diverse piante e hanno calcolato quanto eventuali sostituzioni possano pesare a livello economico.
Gli insetti invasivi
Lo studio condotto negli USA su quanto gli insetti invasivi siano pericolosi per gli alberi in città appare inquietante. È infatti emerso che entro il 2050 i piccoli animaletti non autoctoni potrebbero uccidere 1.4 milioni di alberi. Le previsioni mostrano che il responsabile del 90% delle morti sarà probabilmente il minatore smeraldino, grande nemico dei frassini, ma si teme anche per la possibile diffusione del tarlo asiatico. Le perdite non saranno uniformi. Il 95% di esse dovrebbe essere concentrato nel 25% delle aree e New York, Chicago e Milwaukee risultano gli hotspot più preoccupanti. Per riparare a simili danni potrebbero essere necessari investimenti da 30 milioni di dollari all’anno, ma stime anche peggiori rimangono plausibili.
Salvare gli alberi
I dati su come negli Stati Uniti gli insetti invasivi rischino di mettere a repentaglio la salute degli ecosistemi urbani fanno riflettere. Le oasi verdi in città sono fondamentali per biodiversità, sequestro di CO2 e, persino, per la salute mentale degli abitanti delle metropoli stesse. Costruire la resilienza diventa, allora, una priorità. A favorire la diffusione degli insetti non autoctoni è, in primis, la mancanza di varietà che spesso caratterizza tali spazi. Piantare alberi di specie diverse risulta allora essenziale. Intervenire sulle emissioni rimane, comunque, l’unica opzione. il riscaldamento globale favorisce, infatti, la diffusione di parassiti e, in aree già messe a rischio dalla massiccia presenza umana, ogni fattore è determinante.
Convivere con gli insetti invasivi è ormai per l’uomo diventato obbligatorio. In un mondo in cui tutto è interconnesso pensare che esistono delle rigide separazioni di territorio tra specie non è più realistico. Evitare che tale caratteristica si trasformi in una conquista a scapito delle specie autoctone è, però, un dovere di quell’animale che ha trovato nell’alterazione degli equilibri il proprio miglior talento.
